Qualità dell'aria: report SNPA del 2023
Con il report "La qualità dell'aria in Italia nel 2023" (pubblicato il 15 marzo 2024), il Sistema Nazionale per la Protezione dell'Ambiente (SNPA), conferma "un quadro di generalizzato miglioramento rispetto al recente passato e un consolidamento del trend di riduzione registrato negli ultimi 10 anni". Inoltre, il reporto evidenzia "un sostanziale avvicinamento all’obiettivo di rispettare i valori limite di legge su tutto il territorio nazionale".
In particolare:
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"Il 2023 è stato l’anno migliore da quando sono disponibili dati di PM10 e PM2,5, sia in termini di superamenti della soglia giornaliera del PM10 che in termini di valori medi annuali". Infatti "i valori limite annuali del PM10 (40 µg/m^3) e del PM2,5 (25 µg/m^3) sono rispettati su tutto il territorio nazionale, con un’unica eccezione per una stazione di misura del PM2,5". Inoltre "nell’ 89% delle stazioni è rispettato anche il valore limite giornaliero del PM10 (50 µg/m^3 per la media giornaliera da non superare per più di 35 giorni in un anno); "rispetto al recente passato, le violazioni del valore limite risultano mediamente inferiori".
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Per quanto concerne il valore limite annuale del biossido di azoto, esso "è rispettato nella larga maggioranza delle stazioni di monitoraggio (98%), sebbene sia da registrare il superamento in un numero limitato di stazioni, localizzate in grandi aree urbane in prossimità di importanti arterie stradali: Torino, Milano, Brescia, Genova, Bologna, Firenze, Roma, Napoli, Catania e Palermo. Il valore limite orario è invece rispettato ovunque".
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Per quanto concerne l'ozono, "in larga parte del paese si registrano ancora livelli di concentrazione superiori agli obiettivi previsti dalla legge (solo il 14% delle stazioni rispetta l’obiettivo a lungo termine, pari a 120 µg/m^3 come valore più alto della media mobile giornaliera su otto ore). Ciò "a causa delle condizioni meteorologiche estive, con condizioni di caldo estremo e assenza di precipitazioni che hanno caratterizzato l’estate 2023", che hanno portato a "diffusi superamenti della soglia di informazione (180 µg/m^3 per la media oraria) prevista a tutela della popolazione dall’esposizione acuta". Tuttavia "i superamenti della soglia di allarme (240 µg/m^3) sono stati quasi del tutto assenti (3 ore in tutto)".
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