La ricerca dell’Inail per la sicurezza dei lavoratori nella Terra dei fuochi
Non è soltanto la salute dei cittadini a essere messa in
pericolo dai roghi velenosi della Terra dei fuochi. Forti rischi,
infatti, interessano tutti i lavoratori che, nello svolgimento
delle loro attività, entrano in contatto con le sostanze sversate
illegalmente tra le province di Napoli e Caserta. Rischi che
assumono rilevanze specifiche a seconda della tipologia dei
materiali di volta in volta interessati.
Nessun pericolo escluso: anche l'esposizione a materiali
radioattivi. Siano lavoratori impegnati nel monitoraggio
dei terreni dove sono stati abbandonati rifiuti pericolosi per
oltre vent'anni, siano operatori addetti alla rimozione, tutti sono
potenzialmente esposti al contatto con agenti chimici pericolosi,
cancerogeni e mutageni. "Purtroppo, dove non c'è modo di tracciare
con sufficiente certezza le tipologie di rifiuti presenti - e,
quindi, le loro caratteristiche di pericolo - non è possibile
escludere nessuno dei rischi legati alla presenza di agenti
chimici", spiega Simona Berardi, ricercatrice del Dipartimento
installazioni di produzione e insediamenti antropici (Dipia)
dell'inail. Tra questi anche quello da esposizione ad agenti
biologici e a radiazioni ionizzanti, a causa della potenziale
presenza di rifiuti radioattivi.
Estrema cautela nelle fasi preliminari della
bonifica. La presenza di agenti chimici comporta rischi
sia per la sicurezza - intesi come infortuni che danno esito a
lesioni fisiche - sia per la salute (il potenziale sviluppo di
malattie professionali). Nel primo caso è possibile, così, citare i
rischi di esplosione, di incendio e di ustioni chimiche; mentre nel
secondo occorre operare una distinzione tra gli agenti cancerogeni
e mutageni e tutti gli altri agenti pericolosi. "I rischi dipendono
dalla tipologia e dalla quantità di sostanze pericolose contenute
nei rifiuti che, in assenza di una loro tracciabilità, non è
possibile conoscere 'a priori' - valuta Berardi - Per questo
occorre molta cautela, soprattutto nelle fasi preliminari della
bonifica". Dai sopralluoghi conoscitivi al prelievo dei campioni ai
fini dell'analisi sarà opportuno, dunque, adottare misure di
protezione per tutte le potenziali tipologie di rischio.
"Successivamente, una volta caratterizzati adeguatamente i
materiali, la gestione del rischio potrà essere più mirata",
afferma Berardi.
La "pericolosità" in base all'origine o alla
composizione. Fanghi industriali, materiali plastici e
sanitari, scarti da costruzione e demolizione, resti di lavorazione
del pellame: la lista delle sostanze pericolose per la salute
pubblica interrate o abbandonate nella Terra dei fuochi è davvero
lunga e comprende pneumatici fuori uso, cavi elettrici e materiali
contenenti amianto. "Queste tipologie sono incluse in diversi
capitoli dell'Elenco europeo dei rifiuti, la cosiddetta List of
Waste" (vedi dlgs. n.152/2006 e s.m.i, ndr) - spiega
Elisabetta Bemporad, tecnologa del Dipia - L'elenco è diviso in
venti capitoli: se l'ultimo si occupa di rifiuti urbani, tutti gli
altri sono riferibili ai rifiuti speciali, quelli che provengono
prevalentemente da attività produttive, commerciali e di servizio
(come i rifiuti agricoli, industriali e artigianali, ndr)
e che possono essere pericolosi o meno in funzione delle loro
provenienza e composizione". L'elenco tiene conto, se necessario,
dei valori limite di concentrazione delle sostanze pericolose ed è
vincolante per quanto concerne la determinazione dei rifiuti da
considerare pericolosi.
Necessario il procedimento di caratterizzazione dei
rifiuti. "Per l'attribuzione delle caratteristiche di
pericolo è, comunque, sempre necessario caratterizzare il rifiuto
e, se non è tracciabile la sua provenienza, occorre ricercare
quelli che sono i contaminanti tipici e quelli distribuiti ovunque
- sottolinea, ancora, Bemporad - Le caratteristiche di pericolo più
frequentemente riscontrabili sono l'infiammabilità, la nocività, la
tossicità, la cancerogenicità e l'ecotossicità". Se ai fini della
codifica e classificazione di un rifiuto si deve fare sempre
riferimento alla List of Waste, questo strumento, tuttavia, può non
essere sufficiente. "E' importante sapere, infatti, che attualmente
ci sono caratteristiche di pericolo per cui i criteri di
definizione non sono ancora univocamente definiti e altre per cui
l'attribuzione della pericolosità è prevista se sono disponibili
specifici metodi di prova - precisa Bemporad - Inoltre, l'elenco e
le caratteristiche di pericolo dei rifiuti sono in corso di
revisione a livello europeo, sia a fini di una loro semplificazione
e modernizzazione, sia ai fini dell'adeguamento al nuovo sistema di
classificazione Globally Harmonised System (introdotto dal
Regolamento Ce n.1272/2008, ndr)". Tutto questo spiega, almeno
in parte, quanto sia difficile orientarsi in un ambito in cui si
opera in emergenza e in cui la necessità di agire in modo immediato
è prioritaria.
L'attività dell'Istituto in materia di
prevenzione. Dal momento che, nella maggioranza dei casi,
la bonifica - intesa sia come rimozione dei rifiuti, in quanto
fonte primaria di contaminazione, sia come interventi sulle
eventuali matrici ambientali contaminate - viene appaltata a ditte
specializzate e richiede la predisposizione di un cantiere, va
considerata anche la presenza dei rischi tipici legati al cantiere
stesso e, dunque, di ulteriori possibilità di interferenza. "In
materia il Dipia dell'Inal ha costituito e coordina un gruppo di
lavoro - conclude Simona Berardi - allargato a enti e istituzioni
esterne sul tema "Salute, ambiente e sicurezza nelle attività di
bonifica dei siti contaminati", finalizzato a elaborare documenti
contenenti criteri e procedure utili per operare in sicurezza e per
proteggere la salute dei lavoratori coinvolti a vario titolo nella
bonifica dei siti contaminati". E sull'accelerazione dell'attività
di bonifica necessaria e le altre emergenze sul territorio - tra
cui la promozione di uno screening sanitario gratuito per la
popolazione campana e la mappatura dei terreni inquinati - dopo il
via libera della Camera, è approdato in senato per la conversione
il dl 10 dicembre 2013, n. 136, che contiene interventi per la
Terra dei Fuochi e l'Ilva.
(Federica Dall'Aglio)
#Sicurezza #Aggiornamenti #Altri Settori - Salute