Decreto Legge su Emergenze Ambientali e Industriali
Il D.L. 10/12/2013, n. 136, recante «Disposizioni urgenti dirette a fronteggiare emergenze ambientali e industriali ed a favorire lo sviluppo delle aree interessate», pubblicato in G.U. n. 289 del 10/12/2013, prevede un piano d'azione a tutela dell'ambiente, della salute e della qualità delle coltivazioni prevedendo il monitoraggio e la classificazioni dei suoli, l'accertamento dello stato d'inquinamento dei terreni, la riforma dei reati ambientali, l'accelerazione e la semplificazione degli interventi necessari, oltreché risorse per le bonifiche indispensabili per territori a forte condizionamento criminale quale è quello della «terra dei fuochi».
Classificazione dei suoli coltivabili
Si propone di fare fronte al gravissimo allarme sociale (con pesanti ricadute economiche) provocato dalla diffusione di notizie sullo stato di contaminazione dei terreni agricoli campani e su eventuali pericoli per la salute umana di alcuni prodotti agroalimentari di quella regione.
Il Consiglio per la ricerca e la sperimentazione in agricoltura, l'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra), l'Istituto superiore di sanità e l'Agenzia regionale per la protezione ambientale in Campania (Arpa Campania) svolgono le indagini tecniche per la mappatura delle aree secondo gli indirizzi comuni e le priorità definiti con direttiva dei ministri delle Politiche agricole, dell'Ambiente e della Salute, d'intesa con il Presidente della Regione Campania che sarà emanata entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore del decreto-legge.
Tale operazione consentirà di individuare le aree interessate da fenomeni di inquinamento tali da rendere necessaria la limitazione della coltivazione.
Accelerazione e semplificazione per interventi e spesa pubblica per bonifiche
Viene costituito un Comitato Interministeriale ed una Commissione con il compito di individuare e potenziare azioni e interventi di monitoraggio e tutela da realizzarsi nell'area della regione Campania.
L'azione della Commissione ha lo scopo di semplificare e accelerare le procedure per l'attuazione degli interventi di bonifica dei territori. Sarà così possibile per la realizzazione degli stessi fare ricorso allo strumento giuridico del Contratto Istituzionale di sviluppo proprio al fine di accelerare e garantire la qualità della spesa pubblica. Si prevede inoltre la possibilità di finanziare il programma, oltre che con le disponibilità ordinarie, anche mediante l'utilizzo del Piano operativo regionale Campania 2007-2013 (fondi strutturali), del Piano di Azione e Coesione, nonché mediante misure che saranno adottate nella programmazione dei fondi europei e nazionali a valere sulla programmazione 2014-2020.
Introduzione del reato di combustione illecita di rifiuti
La norma ha l'obiettivo di introdurre sanzioni penali per contrastare chi appicca i roghi tossici, oggi sanzionabili solo con contravvenzioni.
Salvo che il fatto costituisca più grave reato, chiunque appicca il fuoco a rifiuti abbandonati ovvero depositati in maniera incontrollata in aree non autorizzate è punito con la reclusione da 2 a 5 anni. Nel caso in cui sia appiccato il fuoco a rifiuti pericolosi, si applica la pena della reclusione da 3 a 6 anni.
Se i delitti sono commessi nell'ambito dell'attività di un'impresa, o comunque di un'attività organizzata, la pena è aumentata di un terzo.
La pena è aumentata se i fatti sono commessi in territori che, al momento della condotta e comunque nei 5 anni precedenti, siano o siano stati interessati da dichiarazioni di stato di emergenza nel settore dei rifiuti (è il caso della Campania).
Alla sentenza di condanna consegue la confisca dell'area sulla quale è commesso il reato, se di proprietà dell'autore o del compartecipe al reato, fatti salvi gli obblighi di bonifica e ripristino dello stato dei luoghi.
Vengono inoltre punite le condotte di deposito e abbandono finalizzate a tale combustione, e delle aggravanti se i delitti sono commessi nell'ambito dell'attività di un'impresa, o comunque di un'attività organizzata (nuovo art. 256 bis TUA).
Si applica la confisca dei mezzi di trasporto utilizzati per la commissione di tale reato.
Informazioni sui terreni contaminati
Viene esteso l'obbligo informativo previsto dall'art. 129 delle disposizioni di attuazione del codice di procedura penale a fattispecie di reato in cui i fatti comportino delle conseguenze pregiudizievoli sull'ambiente, sulla salute e sulla qualità dei prodotti agroalimentari al fine di favorire un corretto raccordo tra l'Autorità giudiziaria e le amministrazioni competenti ad adottare i provvedimenti eventualmente ritenuti opportuni e necessari. In sostanza, se durante un'inchiesta si viene a sapere di un interramento di veleni, di uno sversamento illegale, i magistrati informeranno direttamente le istituzioni centrali e locali di quello che accade in modo tale da provvedere immediatamente all'adozione delle iniziative di competenza (per esempio l'inibizione della distribuzione oppure le bonifiche).
Risanamenti ambientali e Ilva
Attesa l'importanza di far luogo al piano di risanamento ambientale (Aia), si prevede che al fine di fare attuazione allo stesso sia possibile ricorrere alle somme sottoposte allo stesso anche per reati diversi da quelli di natura strettamente ambientale. Si prevedono inoltre particolari norme di semplificazione e accelerazione procedimentale per la realizzazione degli interventi necessari all'attuazione dell'Aia.
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