Approvata la nuova direttiva quadro sulle emissioni industriali
Il Consiglio europeo ha approvato lo scorso 8 novembre una
revisione della direttiva sulle emissioni industriali al fine di
ridurre drasticamente le emissioni di inquinanti nocivi per
l'ambiente ed associati al cancro, all'asma e alle piogge acide. In
questo modo verranno riunite ben sette direttive in materia di
emissioni industriali nell'intento di prevenire l'inquinamento di
aria, acqua e suolo. La nuova regolamentazione interesserà almeno
52.000 impianti europei e controllerà in modo più severo le
emissioni di una vasta gamma di sostanze inquinanti (tra queste, i
composti di zolfo e azoto, particelle di polvere, di amianto e
metalli pesanti).
In via generale, è stata istituita una procedura di autorizzazione
per tali attività che prevede l'inclusione di prescrizioni minime
in ogni autorizzazione, in particolare per quanto attiene alle
emissioni delle sostanze inquinanti, al fine di evitare o,
comunque, di ridurre al minimo il rilascio di emissioni inquinanti
nell'atmosfera, nelle acque e nel suolo.
La nuova direttiva raccoglie in un unico testo "quadro" ben sette
direttive emanate in materia, e cioè:
- la direttiva "IPPC" 2008/1/CE su "prevenzione e riduzione integrata dell'inquinamento";
- le direttive 2000/76/CE e 2001/80/CE sull'incenerimento dei rifiuti;
- la direttiva 1999/13/CEE sulla limitazione delle emissioni di composti organici volatili;
- la direttiva 78/176/CEE sui rifiuti provenienti dall'industria del biossido di titanio;
- la direttiva la 82/883/CEE sugli scarichi dell'industria del biossido di titanio;
- la direttiva 92/112/CEE sull'inquinamento provocato dai rifiuti dell'industria del biossido di titanio.
Il punto focale della nuova direttiva-quadro sulle emissioni
industriali sembra essere quello di una applicazione più severa
delle BAT (Best available techniques, cioè migliori tecniche
disponibili) che diventano il fulcro attorno al quale ruoterà il
processo di autorizzazione.
Sotto tale profilo, infatti, la proposta di direttiva rivede i
limiti minimi di emissione applicabili ai grandi impianti europei
di combustione per renderli conformi alle BAT. Le BAT - intese in
quest'ottica come la tecnologia più pulita disponibile - devono
essere lo standard ed il discostamento da esse sarà ammissibile se
la loro adozione comportasse costi sproporzionati.
Il rilievo dato alle BAT, nelle intenzioni del legislatore
europeo, spingerà il settore industriale a trovare nuove soluzioni
che riescano a conciliare gli obiettivi di elevato rendimento
ambientale voluti delle conclusioni relative alle Bat con i minori
costi possibili per le imprese, attivando in tal senso un circolo
virtuoso.
La nuova direttiva inasprisce anche i limiti di emissione per gli
ossidi di azoto, anidride solforosa e polveri da centrali e grandi
impianti di combustione nelle raffinerie di petrolio e
nell'industria metallurgica.
Come espressamente richiesto dal Consiglio, si prevede che i nuovi
impianti applichino la tecnologia più pulita disponibile già dal
2012 (cioè quattro anni prima di quanto inizialmente proposto)
mentre gli impianti esistenti dovranno conformarsi al presente
standard a partire dal 2016.
Il provvedimento prevede, comunque, un periodo di transizione:
fino al 30 giugno 2020 gli Stati membri possono definire dei piani
transitori di riduzione con tetti annuali per ossidi di azoto e
anidride solforosa o polveri. A fronte di tutto ciò, vengono anche
rimodulati i meccanismi di controllo e monitoraggio delle
emissioni.
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